PETIZIONE “Nucleare mai più, di nessun tipo”

 

 

AGGIONAMENTO

 

Il Consiglio Regionale del Piemonte, in data 21 febbraio 2006, dopo numerose consultazioni di tutti i Soggetti e le Istituzioni interessate, e dopo un lungo ed approfondito dibattito, si è pronunciato sulla questione del nucleare in Piemonte attraverso due ordini del giorno, approvati a larga maggioranza, che sono riportati nel seguito.

 

Il risultato ci pare buono, anche se, come al solito, la parte attuativa deve ancora venire e dipenderà molto dalla nostra insistenza.

 

Grazie a tutti per le migliaia di firme raccolte!

 

 

CONSIGLIO REGIONALE DELPIEMONTE

 

Ordine del giorno n. 233 - 277

(Testo del documento votato e approvato nell'adunanza consiliare del 21 febbraio  2006)

 

Il Consiglio regionale,

 

premesso che:

 

-        l’art. 1 del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 324 (Disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi), convertito con modificazioni dalla legge 24 dicembre 2003, n. 368 (“decreto Scanzano”) prevede che “la sistemazione in sicurezza dei rifiuti radioattivi [...], degli elementi di combustibile irraggiati e dei materiali nucleari [...] è effettuata presso il deposito nazionale, riservato ai soli rifiuti di III categoria”;

-        l’art. 3 dello stesso decreto-legge prevede che “il trattamento e il condizionamento dei rifiuti radioattivi” e la loro “messa in sicurezza” siano finalizzati alla loro trasformazione in “manufatti certificati, pronti per essere trasferiti al deposito nazionale”;

-        sempre l’art. 1 dello stesso decreto-legge prevede che il sito “è individuato entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge [...] dal Commissario straordinario”, e che trascorso tale termine di un anno “l’individuazione definitiva del sito è adottata con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”;

-        l’articolo 1, comma 100 della legge 23 agosto 2004, n. 239 (Riordino del settore energetico) – legge che integra ma non abroga il decreto-legge 314/2003 convertito dalla legge 368/2003 – prevede che anche “il sito per la sistemazione definitiva dei rifiuti di II categoria” deve essere individuato con le medesime procedure;

 

constatato che nei siti nucleari “provvisori” del Piemonte (Saluggia, Trino e Bosco Marengo) si stanno realizzando, a cura della soc. Sogin spa, gli interventi di trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi anche ai sensi di specifiche ordinanze di protezione civile;

 

constatato il perdurare di una pregressa situazione di particolare rischio per il territorio del Piemonte, dovuta alla presenza di impianti e depositi nucleari,

-        sia a causa della quantità di rifiuti radioattivi presenti, che per dichiarazioni rese dalla Sogin e dal Commissario Delegato per la sicurezza dei materiali nucleari in audizioni e presso organi tecnici centrali costituiscono l’inventario radiologico più cospicuo d’Italia,

-        sia per la collocazione di tali rifiuti nei siti di Saluggia, Trino e Bosco Marengo, totalmente inidonei per ragioni di tipo idrogeologico o antropiche e, pur in presenza degli interventi di protezione fisica realizzati in forza alle ordinanze  commissariali, comunque esposti a potenziali eventi bellici o terroristici;

-        preso atto della preoccupazione espressa dalle Associazioni ambientaliste e rappresentanti delle  comunità locali interessate dagli insediamenti nucleari “provvisori”;

 

rimarcato che gli interventi di trattamento e condizionamento in corso presso gli impianti di Saluggia, Trino e Bosco Marengo devono essere finalizzati – secondo quanto previsto dal decreto-legge 314/2003 convertito dalla legge 368/2003 – non allo stoccaggio in loco, bensì al trasferimento dei manufatti al deposito nazionale;

 

constatato che ad oggi  oltre agli interventi di messa in sicurezza sopra indicati, non è stata data alcuna attuazione, da parte del Governo, al decreto-legge 314/2003 convertito dalla l. 368/2003 (Scanzano) e alla Legge 239/2004 (Riordino del settore energetico) circa l’individuazione del sito nazionale definitivo per il deposito dei rifiuti di III categoria e di quello per il deposito di quelli di II categoria;

 

constatato che ad oggi non si è ancora provveduto, da parte del Governo, alla erogazione  delle “misure di compensazione territoriale stabilite, fino al definitivo smantellamento degli impianti, a favore dei siti che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare, ... assegnate annualmente con deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica”, in base all’articolo 4 dello stesso decreto-legge 314/2003 convertito dalla l. 368/2003;

 

constatato inoltre che ad oggi non è ancora stata data piena attuazione, da parte delle istituzioni a quanto disposto dalla  Direttiva n. 618 che il Consiglio delle Comunità Europee ha adottato in data 27 novembre 1989, la quale prevede che alla Popolazione “che rischia di essere interessata dall'emergenza radioattiva” siano fornite, preventivamente e senza che debbano essere richieste, tutte le informazioni riguardanti “le misure di protezione sanitaria ad essa applicabili, nonché sul comportamento che deve adottare in caso di emergenza radioattiva” e che, nello specifico, non sono ancora state attuate le previsioni della sezione II “Informazione della popolazione” di cui al D.Lgs. 230/1995 e smi in considerazione dell’attuale situazione di impianti non produttivi ed in previsione di disattivazione;

 

richiamato l’orientamento della Regione in merito all’energia nucleare, espresso negli “indirizzi generali” del Piano Energetico Ambientale, approvato dal Consiglio Regionale il 3 febbraio 2004, nei seguenti termini:

-        “abbandono delle tecnologie nucleari per uso energetico, con garanzia della sicurezza negli impianti nucleari piemontesi per le attività residuali di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, nonché  nelle attività di dismissione, sollecitando appropriate soluzioni complessive a livello nazionale per lo stoccaggio centralizzato dei rifiuti radioattivi”;

 

richiamata la risposta dell’Assessore regionale all’ambiente all’interrogazione n. 151/2005, in cui si afferma che ”sul problema del deposito nazionale [...] la Regione avrà cura di promuovere la richiesta di un dibattito presso la Conferenza dei Presidenti delle Regioni con tutte le altre Regioni e di un incontro di chiarimento con il Governo”;

 

preso atto dell’ordinanza del 13.12.2005 del Commissario per l’emergenza nucleare Carlo Jean, che autorizza il deposito per le scorie di II categoria superando le norme della pianificazione territoriale vigente;

 

tutto ciò premesso, constatato, rimarcato e richiamato

 

conferma

 

l’orientamento della Regione in merito all’energia nucleare, così come espresso negli “indirizzi generali” del Piano Energetico Ambientale approvato dal Consiglio il 3 febbraio 2004;

 

sollecita

 

il Governo nazionale a dare rapida attuazione alle leggi e Direttive sopra citate, affinché la messa in sicurezza già avviata e la prevista disattivazione degli impianti piemontesi siano finalizzate all’immediata collocazione dei rifiuti radioattivi nel “deposito” nazionale al fine di diminuire il rischio che la popolazione sarebbe costretta ancora a subire a causa della loro mancata attuazione;

 

impegna la Giunta Regionale e la Presidente

 

anche attraverso la Conferenza dei PresidentI e la Conferenza Stato-Regioni, ad individuare ogni opportuna ed urgente iniziative di pressione sul Governo nazionale volta a raggiungere l’obiettivo sopra citato;

 

impegna la Giunta regionale

 

a coinvolgere maggiormente e formalmente sia le Province ed i Comuni direttamente interessati dalla presenza di siti nucleari ed i Comuni immediatamente confinanti, in relazione alla finalizzazione delle misure di compensazione sopra citate e ad una corretta valutazione ambientale ed epidemiologica;

 

sottolinea

 

la necessità di perseguire le vie ordinarie nel percorso della disattivazione da preferire alle ordinanze straordinarie;

 

mandato

 

al Presidente del Consiglio Regionale di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Interno, al Ministro per l’Ambiente, al Ministro per le Attività produttive e al Ministro della Salute.

 

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CONSIGLIO REGIONALE DELPIEMONTE

 

ORDINE DEL GIORNO n. 234

(Testo del documento votato e approvato nell'adunanza consiliare del 21 febbraio  2006)

 

Il Consiglio Regionale

 

preso atto delle problematiche sollevate da numerosi Cittadini firmatari di una apposita petizione al Consiglio Regionale unitamente alle Associazioni ambientaliste a proposito degli impianti e dei centri di ricerca che operano in campo nucleare nel territorio della Regione Piemonte, nonchè di una proposta per realizzare, nel territorio del Comune di Rondissone, l’impianto Ignitor di sperimentazione dell’energia nucleare da fusione;

 

premesso che:

-        l’articolo articolo 117 della Costituzione prevede che le Regioni esercitino una propria potestà legislativa concorrente in materia di ricerca scientifica e tecnologica;

-        il d.lgs. 230/95 "Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 92/3 Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti" e s.m.i. assegna specifiche competenze alle Regioni, e che, in ogni caso, è compito della Regione assicurare la tutela della popolazione e dell'ambiente dai rischi derivanti dall'impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti;

-        la legge urbanistica regionale 5 dicembre 1977, n. 56,  all’articolo art 27, comma 7, prevede l’istituzione di fasce di rispetto attorno agli edifici industriali ed ai depositi di materiali insalubri e pericolosi;

-        il decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152  prevede, all’articolo 44, che le Regioni si dotino di strumenti finalizzati al raggiungimento elevati obiettivi di qualità dei corpi idrici e più in generale alla protezione dell’intero sistema idrico superficiale e sotterraneo, e che la Giunta regionale dovrà presentare il Piano di Tutela delle Acque (PTA), per l’approvazione da parte del Consiglio Regionale;

 

visto il Piano Regionale Energetico Ambientale approvato dal Consiglio Regionale il 3 febbraio 2004;

 

conferma

 

l’orientamento della Regione in merito all’energia nucleare, così come espresso negli “indirizzi generali” del Piano Energetico Ambientale che prevedono “l’abbandono delle tecnologie nucleari per uso energetico”;

 

valuta

 

che la localizzazione a Rondissone dell’impianto Ignitor di sperimentazione dell’energia nucleare da fusione non sia appropriata rispetto alla vulnerabilità dell’area e alle numerose criticità ambientali già presenti;

 

impegna la Presidente, la Giunta Regionale, il Presidente del Consiglio ed il Consiglio stesso

 

a predisporre un Piano Territoriale per la Ricerca, con opportuni criteri di esclusione e di penalizzazione nei confronti di quelle attività che, pur se classificabili come attinenti alla Ricerca, sono caratterizzate da elevati rischi ambientali, e criteri di attrazione per altre che, invece, sono collettivamente ritenute appropriate per una certa area;

 

impegna la Giunta Regionale

 

a predisporre al più presto un disegno di legge riguardante la protezione dalle esposizioni a radiazioni ionizzanti, nell’ambito del quale siano previste:

-        la pubblicizzazione dei Piani di Emergenza nucleare, d’intesa con i Prefetti;

-        la tutela delle falde ad uso potabile e della  qualità dell’aria dall’inquinamento radioattivo ordinario e in caso di emergenze;

-        l’istituzione di un “Osservatorio dei Cittadini sul nucleare” che possa proporre e verificare le analisi epidemiologiche, la prevenzione, i controlli ambientali ed ogni nuovo progetto, anche promuovendo indagini mirate con il coinvolgimento degli Atenei piemontesi;

-        le modalità per il coinvolgimento dei Comuni confinanti con quelli sede di installazioni nucleari e delle relative Province;

-        la tutela sanitaria e la prevenzione specifica per gli ex-lavoratori dei centri nucleari;

 

impegna la Giunta ed il Consiglio Regionale

 

ad inserire nel Piano di Tutela delle Acque adeguate misure di prevenzione e di tutela delle falde, dei fiumi e delle zone umide nei confronti dell’inquinamento radioattivo, limitando opportunamente anche gli scarichi radioattivi ordinari in funzione della vulnerabilità dell’area interessata, d’intesa  con l’Autorità di controllo centrale;

 

a promuovere una indagine sulla sostenibilità energetica ed ambientale dell’intero ciclo di vita del nucleare;

 

ad integrare le norme urbanistiche in modo da prevedere che le fasce di rispetto inedificabili attorno ai siti nucleari debbano essere obbligatoriamente istituite ed avere una adeguata profondità.

 

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IL TESTO DELLA PETIZIONE

 

Primo firmatario Gian Piero Godio,

responsabile del Settore Energia di Legambiente Piemonte

 

Al Consiglio Regionale del Piemonte

I sottoscritti chiedono che il Consiglio Regionale, emanando appositi provvedimenti legislativi in materia di ricerca, di energia e di tutela dalle radiazioni ionizzanti, nonché impegnando specificamente la Giunta Regionale, assicuri il rispetto del loro diritto alla salute, all’informazione, ed alla minimizzazione dei rischi associati alla ricerca ed all’utilizzo delle varie forme di energia nucleare.

In particolare:

·         in tutto il territorio della Regione non venga consentita la realizzazione di nuovi impianti che utilizzino o sperimentino l’energia nucleare, né da fissione, né da fusione;

·         non si consenta che i siti nucleari già esistenti nel territorio dei Comuni di Saluggia, Trino e Bosco Marengo  vengano trasformati in depositi nucleari di sé stessi, neppure temporaneamente;

·         il centro di ricerca realizzabile nel Comune di Rondissone (TO) presso il sito della TERNA (ex ENEL), anziché essere destinato al progetto IGNITOR sulla fusione nucleare,  sia destinato alla ricerca sugli effetti sanitari dei campi elettromagnetici a bassa frequenza, considerando che il Comune di Rondissone sopporta l’onere di ospitare uno dei massimi nodi della rete elettrica e di avere sul proprio territorio una elevatissima densità di linee elettriche ad altissima tensione;

·         nella attuazione delle “Misure compensative e informazione” previste all’articolo 4 della Legge 24 dicembre 2003, n. 368, siano considerati anche i Comuni confinanti con i Comuni di Saluggia, di Trino,  e di Bosco Marengo, pur se appartenenti a diverse Province, con il coinvolgimento attivo delle stesse Amministrazioni Provinciali;

·         vengano fornite ad ogni Cittadino, che dimora nel territorio dei Comuni che ospitano impianti o depositi di materiali radioattivi, oppure in quello dei Comuni confinanti (anche se appartenenti a diversa Provincia), in qualità di soggetto “che rischia di essere interessato dall'emergenza radioattiva” tutte le informazioni riguardanti “le misure di protezione sanitaria ad essa applicabili, nonché sul comportamento che deve adottare in caso di emergenza radioattiva”, come previsto dalla Direttiva n. 618 che il Consiglio delle Comunità Europee ha adottato in data 27 novembre del 1989, e venga sostenuta dalla Regione la realizzazione in queste aree di uno specifico “Osservatorio dei Cittadini sul Nucleare”.

Cognome e nome

Indirizzo, CAP, Comune

Firma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(segue)

Ai sensi del DLgs 30 giugno 2003 n. 196 Legambiente Piemonte garantisce che i dati dei firmatari saranno trattati ed utilizzati al solo fine della presente petizione e per eventuali comunicazioni sull’esito della stessa.    In qualsiasi momento è possibile chiedere informazioni, rettifiche o cancellazioni dei propri dati scrivendo a Legambiente Piemonte, Murazzi del Po, 57 - 10123 Torino